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Come affrontare al meglio il periodo della tesi

Stai scrivendo la tua tesi di laurea o stai per iniziare il tuo progetto di tesi? Bene, allora sei nel posto giusto! In questo nuovo episodio ti darò i consigli fondamentali che ti serviranno per vivere al meglio questo periodo!

Chi ben comincia è a metà dell’opera

Finalmente ce l’hai fatta! Dopo mesi e mesi di studio per la preparazione degli esami, è giunto il momento di chiedere la tesi. Che tu stia affrontando (o in procinto di affrontare) la tesi triennale, magistrale o di dottorato, poco importa. Ognuna di queste fasi ha un profondo impatto sulla tua carriera accademica.

Non amo molto i “detti” o  “o i proverbi”,  perché difficilmente riscontrabili nella vita di tutti i giorni. Devo ammettere, tuttavia, che la frase “Chi ben comincia è a metà dell’opera” rappresenta per me una vera e propria eccezione. Pianificare e organizzare i primissimi passi di un progetto lavorativo e di studio, mi ha sempre aiutato più di quanto io stessa avessi potuto credere.

Come in tutte le cose della vita, anche l’inizio della tesi è sicuramente uno dei momenti più esaltanti del percorso di studi;  si tratta di una nuova avventura,  una corsa ad ostacoli e sicuramente di non breve durata. Se stai leggendo questo post sicuramente ti riconoscerai in una di queste situazioni:

  • stai per iniziare la tua fase da tesista (triennale, magistrale, dottorato)
  • hai già cominciato il tuo periodo di tesi ma ti senti bloccato/a

In entrambi i casi, capita spesso di fare degli errori a causa della fretta (la voglia di iniziare!) e dello stress (la necessità di voler concludere).

Conosco bene queste sensazioni e le esperienze vissute mi hanno confermato nel tempo l’importanza di fermarsi e riflettere sui passi da compiere.

Come affrontare al meglio il periodo della tesi: le 5 regole d’oro

Come promesso nell’ introduzione, in questo post voglio condividere con te le 5 regole d’ oro per vivere il periodo di tesi nel migliore dei modi. Ho deciso di “parlare” direttamente con te tramite la registrazione di una puntata podcast; una chiacchierata (di circa 12 minuti).

Ecco le cinque regole d’ oro commentate nella puntata podcast:

1- Inizia a scrivere il prima possibile (cartaceo o digitale, meglio digitale)

2- Stabilisci un modello organizzativo

3- Fai delle sessioni retrospettive di review per l’organizzazione

4- Non avere paura dei periodi di blocco

5- La tesi come periodo di formazione

Bene, a questo punto ti lascio alla registrazione! Sempre qui nei nel post ti lascio i link di approfondimento che ti ho accennato durante la chiacchierata 😉

Approfondimenti

Dietro la parola “tesista” ci sono tante realtà: giovani neolaurandi, genitori, professionisti che si rimettono in gioco e decidono di intraprendere un percorso accademico in età più adulta.

Sarebbe impossibile approfondire in modo adeguato ogni singola situazione, ho voluto comunque affrontare nel dettaglio alcune delle categorie descritte. Ecco blog post e interviste a professionisti di rilievo che che hanno voluto condividere con noi la loro esperienze:

  • Ti senti bloccato? Ecco il blog post per aiutarti a ripartire alla grande
  • Ruolo genitoriale e carriera professionale: Intervista ad Alessia Bellezza
  • Vorresti fare un dottorato di ricerca ma ti senti ormai “fuori” dal mondo accademico? Ascolta l’intervista al Dr. Matteo Broggi, vice-direttore all’istituto per il rischio e affidabilità all’università di Hannover.

Bene, io per ora mi fermo qui! Spero che questi piccoli consigli e i post di approfondimento ti abbiamo dato la giusta grinta!

Io intanto ti invito a seguire lo show podcast di metodiestrategie su Spotify , iTunes e la pagina Facebook per aggiornamenti sul blog.

Hai una domanda? Scrivimi a info@metodiestrategie.com

A presto!

Maria

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Divulgazione scientifica e società

Hai interesse per il mondo della comunicazione in ambito scientifico? Sei magari incuriosito/a da queste tematiche e ti piacerebbe approfondire il rapporto comunicativo fra scienza e società? Bene, oggi parliamo divulgazione scientifica e società con Federica Bressan, ricercatrice e podcaster.

Scienza, società e rapporto comunicativo

La scienze ha da sempre avuto un forte impatto sulla vita dell’uomo. Negli ultimi secoli, in particolare, l’applicazione dei concetti scientifici in ambito tecnologico e medico hanno profondamente migliorato la qualità della vita.

Questo eccezionale cambiamento, visibile da un decennio ad un altro, ha sempre più comportato una maggiore necessità di comunicazione fra il mondo scientifico e la società. Ma cosa significa effettivamente “comunicazione scientifica”? Siamo proprio sicuri sia compito degli scienziati?

Interviste a Federica Bressan, PhD

Grazie alla comune passione per il mondo podcast, ho conosciuto Federica Bressan. Federica è una giovane ricercatrice attiva nel settore della divulgazione scientifica. Tramite il suo canale YouTube e il suo show podcast la nostra ospite propone al al pubblico di internet interviste inedite a scienziati ed esponenti del mondo scientifico.

Con la nostra ospite, abbiamo registrato due interviste chiacchierate.

Nella prima, abbiamo affrontiamo in modo critico il rapporto fra scienza e società e comunicazione. Cosa significa “comunicazione scientifica”? Perché i ricercatori devono fare divulgazione scientifica?

 

Non hai tempo di guardare la puntata? Ascolta l’intervista in versione podcast!!

 

Nella seconda intervista abbiamo di mental health in academia: come mai se ne sta parlando solo ora?

 

Bene io spero che queste puntate ti abbiano dato delle informazioni utili! Grazie mille a Federica per essere stata nostra ospite!

Io intanto ti invito a seguire Federica sui suoi vari profili social

YouTube channel: http://youtube.com/c/wyfiwyg/
Podcast: http://technoculture-podcast.com
Website: http://federicabressan.com/
LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/federica-bressan-9126529a/
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100008209141607
Twitter: https://twitter.com/donnadifiume/

Io come sempre vi invito a seguire il blog tramite Youtube e la pagina Facebook!

Alla prossima!

Maria

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Maternità e carriera universitaria

Sei una mamma anche tu e vorresti fare un dottorato di ricerca? Oppure stai studiando all’Università ma hai delle difficoltà nella combinare esigenze famigliari e universitarie? della vita da mamma e degli impegni universitari? Bene, questo è il post adatto a te! Oggi insieme alla nostra ospite Alessia Bellezza parleremo di maternità e studio universitario, due mondi apparentemente distanti e in conflitto. È dunque possibile combinare maternità e carriera universitaria?

La questione “maternità”

Nella vita di una donna maternità significa innanzitutto cambiamento. Notti insonni, nuovi ritmi, paure, nuova percezione di sé e del proprio corpo, sono solo alcune delle fasi che una donna deve affrontare. In una società moderna e frenetica come quella in cui viviamo, noi donne non possiamo fermarci troppo a pensare. Dobbiamo continuare a correre, a fare, a dimostrare che tutto è uguale; anzi meglio di prima. Ebbene sì, perché mai una donna che ha dato alla luce una nuova vita deve sentirsi stanca? È un essere superiore, capace di essere contemporaneamente moglie, figlia, amica, cuoca, amante, professionista (oltre che mamma!).

È una convinzione tragicamente radicata nella nostra cultura e, peggio ancora, nel modo di ragionare di noi donne. Quante volte hai chiesto aiuto? Quante volte hai preso tempo per te stessa? Devi lavorare…ma quante volte ti sei sentita in colpa nel lasciare tuo/a figlio/a ai tuoi genitori o alla baby sitter?

Per tutte le donne che decidono di mettersi sui libri o che vorrebbero continuare il proprio percorso accademico con un dottorato di ricerca, la pressione psicologica può essere ancora più pesante. In questo caso, infatti, non vi è un distacco fra il mondo famigliare e quello lavorativo. Lo studio universitario e/o il dottorato di ricerca diventano parte integrante di uno stile di vita con cui bisogna fare i conti. Ma è possibile combinare la vita da studente/dottoranda con la vita famigliare?

Madre e studente universitaria

Ho aperto questo blog con la voglia di condividere esperienze, idee e suggerimenti utili per potersi affermare professionalmente (QUI se vuoi scoprire qualcosa di più). In tal senso il dottorato di ricerca è un percorso ancora poco conosciuto e avvalorato. Proprio per questo, capita spesso che molti giovani studenti vengano dissuasi dall’affrontarlo. Non c’è quindi da meravigliarsi se nel caso di una giovane mamma i dubbi e le perplessità aumentino.

Nelle precedenti puntate podcast e video ho parlato molto del mondo universitario e dei dottorati di ricerca grazie ad interviste fatte a professori universitari, ricercatori e manager. Fra i tanti professionisti, ho avuto anche il grande piacere di intervistare la Dr.essa Alessia Bellezza e abbiamo parlato dei dottorato di ricerca in campo umanistico (QUI il link per approfondire). Alessia non è solo una professionista, ma anche una mamma e soprattutto una donna che sa mettersi in gioco.

La nostra ospite ha intrapreso il percorso di dottorato parallelamente alla sua prima gravidanza. Quali difficoltà ha dovuto affrontare? È possibile combinare la propria passione per la ricerca e gli impegni famigliari? In questa bella e spontanea intervista Alessia ci racconta che tutto è possibile. La regola d’ oro? Partire da sé.

Se sei una giovane mamma e hai voglia di continuare il tuo percorso universitario e professionale, non perdere questa intervista!

Non hai tempo per guardare il video? Ascolta la chiacchierata fatta con Alessia in formato podcast!

Segui lo show podcast di metodiestrategie su Spotify e iTunes!

Cosa aspetti! Pronta per riprendere in mano i libri?

Noi speriamo di cuore che questa nostra chiacchierata sia sta per te una fonte di ispirazione! 🙂 Hai domande? Vuoi approfondire meglio qualche argomento o magari condividere con noi la tua esperienza? Scrivimi a info@metodiestrategie.com e seguimi sulla pagina Facebook per aggiornamenti sul blog.

Alla prossima!

Maria

 

 

 

 

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Dottorato di ricerca in scienze umanistiche

Stai frequentando una facoltà di scienze umanistiche? Vorresti fare un dottorato di ricerca ma non sai se è la scelta giusta per te? Bene! Sei nel posto giusto! Oggi parleremo di dottorato di ricerca in scienze umanistiche insieme alla nostra ospite Alessia Bellezza, dottoressa di ricerca e collaboratore di cattedra presso l’Università La Sapienza di Roma.

Dottorato o non Dottorato?

Che cosa significa fare un dottorato ? Il mondo della ricerca, che fino a pochi anni fa viveva esclusivamente chiusa in sè stessa, si sta facendo conoscere sempre più dal grande pubblico grazie ad iniziative socio-divulgative (come la Europe dei ricercatori, finanziata dall’associazione Marie Curie) e all’ utilizzo dei social network.

Nonostante i notevoli passi avanti, il mondo dei dottorandi rimane per certi versi ancora avvolta nel mistero. Poco ancora si conosce del “dietro le quinte” e delle competenze che si acquisiscono durante questo percorso. Inoltre quando si parla di dottorato di ricerca, si fa indirettamente riferimento ad una percorso di studi in campo scientifico.

Se stai frequentando (o vuoi frequentare) una facoltà di tipo umanistico e sei nel dilemma “Dottorato o non dottorato”, sono sicura che troverai l’ intervista di oggi molto interessate!

L’ intervista alla Dr.essa Alessia Bellezza

La Dr.essa Alessia Bellezza è una giovane ricercatrice e collaboratrice didattica presso l’ Università la Sapienza di Roma. Con professionalità e genuina simpatia, Alessia condivide con noi la sua esperienza come dottoranda di ricerca. Una intervista brillante, in cui la nostra ospite racconta i poliedrici aspetti legati al mondo universitario. Stai già lavorando ma vorresti tornare all’ Università e fare un dottorato? Sei alla fine della laurea? Oppure sei una dottoranda e ti senti bloccata? Se almeno una di queste domande rispecchiano la situazione che stai vivendo in questo momento, non perderti questa intervista! Puoi vedere la video intervista qui nel post. oppure ascoltarla comodamente in versione podcast! QUI il link per ascoltarla su Spotify!

Parte 1: L’ importanza dei dottati di ricerca in campo umanistico

Perché fare un dottorato in scienze sociali? Qual’ è la differenza fra le scienze “pure” e le scienze umanistiche? In questa prima parte della nostra intervista chiacchierata, Alessia ti darà le risposte che stai cercando! Rimani in nostra compagnia e guarda l’ intervista!

Parte 2: Quale lavoro fai? Faccio il dottorando!

La domanda più frequente che ricevo da quando ho aperto il blog è: “Il dottorato è un lavoro?” Obiettivamente è una domanda che non ha una facile risposta. Tutto dipende dal progetto a cui si lavora e dal tipo di contratto che si riceve. Come ho spiegato in uno dei miei precedenti articoli, è possibile fare un dottorato direttamente all’interno dell’Università, in un centro di ricerca o da “esterno” (QUI il link per approfondire).

Ma cosa fa tutto il giorno un dottorando? Aiuta il professore nel bocciare studenti agli esami? Studia? Nella seconda parte dell’ intervista portiamo alla luce alcune “credenze” e luoghi comuni legati ai doveri del dottorando. Con spontaneità e ironia, Alessia racconta i pro e i contro dei suoi impegni giornalieri! Pronti a scoprire di più? Guarda la seconda parte dell’Intervista! 🙂

Come ti accenavo all’ inizio del blog post, puoi ascoltare l’intera intervista comodamente anche tramite audio!

Bene ragazzi, per questa puntata è tutto! Un grazie speciale alla Dr.essa Alessia Bellezza per essere stata ospite qui su metodi e strategie!

Hai domande? Ti piacerebbe approfondire un argomento in particolare? Scrivimi a info@metodiestategie.com e seguimi sulla pagina facebook per non perderti altre novità a tema “Università-Dottorato-Lavoro”.

Alla prossima!

Maria

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Online learning

Digitalization is changing the learning process. Pandemic emergency highlight the possibility to acquire knowledge and learn new skills through online courses. But are those online courses good as the traditional one? Where to start? Here useful tips to start the right way!

Online learning: where to start?

In the last 30 years the world is changed as never before. Together with communication and daily tasks, digitalization strongly impacted on learning opportunities.

For people curious like me, online learning is simply amazing! Today resources are easily available and the exchange with other people can additional highlight knowledge acquired.

Thanks to the passion for the online learning I met Anja , fellow blogger with a strong expertises related to online learning. On her blog (HERE the link) Anja writes very interesting articles about alternative study possibilities available in internet and related self development topics.

Anja is not only very professional but also a very nice person. If you want know more about only learning, online courses you should definitely check her blog! In this interview Anja introduces her self and explain her journey towards online study. Be inspired by her experience! 🙂

Have you questions? You not hesitate to contact Anja: byproducteducation@gmail.com

Have you more questions? Consider to follow metodiestrategie on Facebook! (HERE) and the blog of Anja (HERE) so that you can find easily new tips related to this topic! 🙂

See you soon!

Maria

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Come organizzare un meeting online di successo

Devi organizzare una riunione online ma non sai da dove cominciare? A cosa bisogna fare attenzione? In questo post ti darò le informazioni essenziali che ti occorrono per organizzare un meeting online di successo.

Meeting online: una nuova realtà

È già passato quasi un anno da quando il coronvirus ci ha fatto capire che la nostra realtà può cambiare da un momento all’altro. Abbiamo dovuto cambiare la nostra quotidianità e aprire ulteriormente le porte al processo di digitalizzazione nelle scuole (attraverso la DAD) e negli ambienti lavorativi tramite il lavoro in remoto. Le riunioni online sono le protagoniste indiscusse di questa nuova modalità comunicativa. Che sia per motivi privati o professionali, infatti, il meeting virtuale è spesso considerato lo strumento “ponte”, necessario per la risoluzione di qualsiasi problema. Ma cosa abbiamo imparato dopo un anno? Sappiamo davvero partecipare e organizzare una riunione online?

La realtà è che il mondo virtuale è molto complicato e non di rado capita di sentirsi persi. Come mantenere viva l’attenzione dei partecipanti? Devo invitare tutti in una riunione di lunga durata? Oppure mi conviene “frammentare” i concetti in più riunioni di breve durata? Queste sono alcune delle domande che spesso balzano nella testa di chi deve organizzare un incontro online.

Partire con il piede giusto è la chiave del successo! Ecco i punti fondamentali a cui bisogna fare attenzione.

1) Mondo virtuale e mondo reale sono differenti

Tutti sappiamo che essere seduti di fronte ad un computer non è paragonabile al clima da ufficio. Tuttavia, quando ci si ritrova ad affrontare delle problematiche, ci si aspetta di dover (e poter) interagire con gli altri esattamente con le stesse tempistiche e modalità. Aspettarsi e cercare di ottenere lo stesso tipo di interazione con le persone che si conoscono è un errore molto comune.

Hai difficoltà ad interagire con i collegi da quando sei in smartworking? Oppure non riesci a coinvolgere il tuo team cosi come vorresti? Azzera tutto! Lavorare in remoto NON significa trasferire abitudini lavorative del mondo reale in quello virtuale.

Il lavoro in remoto continua ad essere per molti un nuovo mondo, con cui bisogna imparare a famigliarizzare. La gestione ed organizzazione dei meeting online sono una diretta conseguenza della capacità di attuare strategie nuove e adattabili unicamente nella sfera virtuale.

2) Riunioni online: sono sempre necessarie?

I meeting online sopperiscono all’impossibilità di spostamento. Indipendentemente dalla pandemia che ci ha colpiti, infatti, il digitale ha facilitato le collaborazioni a livello internazionale e abbattuto i costi per i viaggi. Considerando ciò, molte realtà lavorative utilizzano il mezzo delle riunioni online senza pensarci due volte; in fin dei conti hanno un “costo minimo” pari all’ abbonamento del tool da utilizzare.

Ne siamo sicuri? Ci stiamo forse dimenticando qualcosa? Ebbene si, stiamo dimenticando di calcolare quanto ci costano le riunioni online in termini di tempo. Quante ore passiamo in media in riunioni nell’arco di un mese? Quante attività riusciamo a portare a termine? Quante invece sono ancora sulla scrivania in attesa di essere concluse?

Fai un rapido calcolo per valutare un corretto equilibrio fra ore impiegate in meeting vs le ore che hai bisogno per terminare i progetti ancora aperti.

In questi post (QUI) ti ho parlato di alcuni tool online da utilizzare per calcolare l’impatti economico delle riunioni.

3) Durata delle riunioni online

È ben noto che il livello di attenzione ha un lasso di tempo variabile nel corso della giornata; esso, inoltre, è fortemente influenzato dall’ambiente esterno e dal ritmo circadiano (QUI per approfondire). Ma come cambia il livello di attenzione in risposta all’utilizzo degli strumenti tecnologici? Sebbene dal punto di vista scientifico la domanda sia ancora senza risposta, è ragionevole considerare che ridurre al minimo il tempo delle riunioni (15-20 minuti al massimo) consente di ottenere un maggior focus dei partecipanti, in quanto:

  • Non c’ è tempo per le chiacchiere: in un tempo minimo vengono discusse solo ed esclusivamente informazioni importanti per il gruppo
  • C’è una ridotta possibilità di annoiarsi: un meeting corto per essere funzionale deve essere ben strutturato

4) Chi far partecipare ai meeting?

Valutare attentamente chi far partecipare in un meeting è essenziale. Non sempre, infatti, quantità corrisponde a qualità, soprattutto nel mondo virtuale. Invita soltanto le persone che possono dare un contributo oggettivo e di valore all’ argomento che verrà affrontato.

Per tutti coloro che hanno la funzione da “ascoltatore”, cioè per tutti coloro che non sono direttamente coinvolti ma devono semplicemente essere informati, riassumi i punti essenziali tramite email.

In questo modo:

  • Le persone partecipanti alla riunione sono attivamente coinvolte e tenderanno a distrarsi di meno
  • L’ email informativa si trasforma in un vero e proprio verbale da cui partire per il meeting successivo.

5) Delinea e condividi un processo chiaro e definito

Arrivati a questo punto definisci un processo chiaro e definito che di mantenere il controllo della situazione durante l’incontro.

Definire un “processo di riunione” può essere per molti un concetto nuovo. Con processo di riunione si intendono, infatti, gli steps che delineano le modalità di interazione delle persone e che completa la classica agenda.

Ecco i punti da prendere in considerazione per definire un processo di riunione:

  • Quanto tempo ha a disposizione ogni partecipante per esprimere le proprie idee?
  • Quando è possibile intervenire? Sempre? O esclusivamente nel passaggio fra un argomento e un altro?
  • Definizione di regole tecniche: videocamera accesa o spenta?
  • È possibile utilizzare la chat di gruppo durante il meeting?

Questi sono solo alcuni degli aspetti che potresti proporre al tuo gruppo di lavoro.

Cosa aspetti? Trasforma le tue riunioni in un momento di scambio piacevole e di valore! 🙂

Riunioni online: idee e strategie da condividere

Ho avuto il piacere di approfondire la tematica delle riunione online insieme a Cristina Volpi e Paola Uslenghi del magazine di coaching online Coachingzone.

In particolare, abbiamo organizzato 2 puntate in cui ci siamo focalizzate su due aspetti diversi:

  1. Partecipare alle riunioni online: in cui abbiamo analizzato le diverse modalità di interazione virtuale durante i meeting. Come cambia il livello di comunicazione? Quanto influiscono i dettagli (come l’uso del. background) nelle relazioni interpersonali con i colleghi? QUI il link

2. Organizzare riunioni online: metodi e strategie per mantenere in piedi obiettivi e relazioni QUI il link per approfondire

Hai domande? Quali sono gli aspetti positivi e negativi delle riunioni online? Condividi con noi le tue idee! Scrivimi a info@metodiestrategie.com

Alla prossima!

Maria

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Come organizzare i file digitali

Hai il computer pieno di file e non sai come organizzare al meglio la tua documentazione digitale? Sei nel posto giusto! In questo post ti darò i consigli che ti servono per organizzare in modo efficace i tuoi file digitali. Ottimi consigli per migliorare l’efficacia nei Teams!

Perché organizzare i file digitali

L´ambiente che ci circonda influenza inequivocabilmente la capacità di concentrazione. Un ambiente disordinato è molto spesso lo specchio di una mente disordinata. Lavorare in un luogo ordinato permette di massimizzare l´efficienze e di evitare inutili fonti di distrazioni.

Molto spesso questo discorso viene applicato unicamente ai luoghi fisici. La scrivania, l’armadio, la libreria…peccato che la maggior parte degli strumenti che utilizziamo per il lavoro e lo studio siano in formato digitale, quindi unicamente fruibili tramite il computer.

Le cartelle e il desktop del computer sono spesso piene di documenti che non ricordiamo neanche di avere; lavoro da remoto e didattica a distanza hanno ulteriormente aumentato la mole di materiale digitale.

I documenti digitali non si possono toccare, non hanno uno spazio fisico ma hanno un peso rilevante sulla nostra mente. Quante volte hai pensato: “In quale cartella ho salvato l’ultima versione del…” oppure “Dove è andata a finire la cartella con tutti i documenti”? o peggio ancora “Avevo salvato tutto sul desktop…ma perché non trovo mai nulla?”.

In questo post andremo nel dettaglio e ti darò consigli utili e pratici per l´organizzazione dei file digitali ed essere più efficiente.

Incominciamo! 🙂

1_Desktop organizzato

Cosa fai normalmente quando devi fare pulizia in una stanza? Come prima cosa ti liberi di tutto ciò che non ti occorre e crei spazio. Fai la stessa cosa con il desktop.

Come primo step crea una cartella “Desktop” e inserisci all’interno tutto ciò che è sparso qua e là sullo schermo. Non pensare a ciò che ti serve o no! Un semplice drag and drop!

Usa il desktop come “lavagna virtuale”

Adesso che hai liberato il tuo desktop , il tuo compito sarà quello di mantenerlo tale! Hai mai pensato di utilizzare il desktop come una lavagna virtuale?

Ebbene si, con un po di fantasia puoi trasformare il desktop in una lavagna su cui muovere dei post it. Basta creare con uno sfondo congeniale alle tue esigenze e che ti aiuti a mantenere i tuoi documenti in modo ordinato.

Eccoti, ad esmpio, lo sfondo che ho creato per il mio desktop:

I blocchi “To Do” e “Info” sono a loro volta divisi in 2 parti. La sezione più piccola è dedicata ai collegamenti delle cartelle, quella più larga ai file che saranno inseriti all’interno delle cartelle presenti sul desktop.

Le sezioni contengono, quindi, documenti che devono essere liberati in un arco definito di tempo. Oltre ai file è molto utile utilizzare le note memo, (veri e propri post it virtuali) da spostare facilmente da una parte all’altra della lavagna virtuale una volta completato il task a cui si riferiscono.

2_Un posto per ogni cosa, ogni cosa a suo posto

Sai cosa devi fare ogni giorno, quali sono i tuoi compiti lavorativi, le lezioni che devi seguire. Suddividi le tue mansioni in macroargomenti e assegna loro una cartella.

Es. Sei uno studente universitario? Parti con la creazione della cartella “Università”; sei un giovane imprenditore? Crea la cartella “Progetti”. L’idea di base è quella di costruire un sistema “ad albero” che parte da una punta e che si dirama sempre di più secondo un criterio logico. Ogni diramazione corrisponde ad una sottocartella.

Ecco un modello da cui prendere ispirazione:

3_Assegnazione dei nomi

Ogni file deve avere un nome specifico. Immagina di assegnare un nome comprensibile non solo a te ma anche ad altre persone. Un errore comune, infatti, è quello di creare un nome che non sia coerente con il contenuto del file. “Tanto me ne ricordo” è quel meccanismo mentale che induce all’errore.

La verità è che dietro alla svogliatezze che accomuna un po’ tutti, rimane la questione: come nominare un file digitale?

Il “trucco” ( se così lo vogliamo definire) sta nella creazione di un modello di riferimento, definire cioè quali sono gli elementi che andranno a comporre il titolo da assegnare ad ogni singolo file.

Eccone un esempio:

Il modello che vedi schematizzato nell’immagine è costituito da 3 elementi principali ognuno corrispondente ad una precisa informazione. Partendo dalla data il computer ordinerà i file in modo automatico e ti sarà quindi molto facile ritrovare il tuo documento. Ovviamente questo modello funziona solo se scrivi la data partendo dall’anno e non dal giorno!

Quando funziona questo modello

Ovviamente ognuno di noi ha il proprio modo di organizzare i propri pensieri, quindi l’esempio che ti ho descritto è solo uno spunto da cui partire per realizzare il TUO modello.

L’utilizzo delle date é, tuttavia, molto comune ed utilizzandolo da tanti anni ti posso dire che funzione molto bene quando hai tanti file appartenenti alla stessa categoria e a cui devi appartare poco o nulle modifiche: dati sperimentali grezzi, immagini, verbali delle riunioni.

Evita invece di scrivere la data nel caso tu stia lavorando alle diverse versioni di uno stesso file.

4_File da archiviare vs file da modificare

Fai una netta distinzione fra i file che devi archiviare da quelli che devi utilizzare. Così come accade per una libreria fisica, sposta “fuori dalla tua vista” tutti i file e i documenti che non ti servono nel breve arco di tempo.

Crea una cartella “File da archiviare”, un bel drag and drop di tutti i documenti inutili e via!

5-Migrazione file digitali su una applicazione

Hai mai pensato di lavorare utilizzando un’unica applicazione invece di creare singoli file?? Facendo un parallelo con il mondo “cartaceo” significa semplicemente lavorare su un unico quaderno invece di lavorare su fogli sparsi qua e là :-).

Oggi per fortuna ci sono tantissimi tool digitali (gratuiti!!!) che ti possono aiutare! QUI un blog post in cui ti ho approfondito l’argomento.

Se sei uno studente universitario e hai bisognio di un confronto più diretto, guarda l´ultima intervista chiacchierata fatta con Melinda Fiorino del blog Il quadernino! 🙂 Melinda è una giovane freelance e studente universitaria che come te, sta seguendo l´Università interamente da remoto (QUI un articolo in cui ci parla della sua esperienza).

Insieme a Melinda abbiamo ideato un piccolo format chiamato “Pillole di studio”; piccoli video di 10 minuti in cui ci siamo confrontate su tematiche legate allo studio online. In questa prima puntata abbiamo ulteriormente approfondito la tematica dell´organizzazione dei file digitali.

Qui il video: https://fb.watch/2EijgqHmot/

Non hai tempo di vedere il video? Ascolta la nostra chiacchierata in versione podcast!

Cerca lo show di metodiestrategie su Spotify e Itunes!

Bene, per ora è tutto.

Alla prossima!

Maria

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Smart Working ed esperienza americana

Lavorare e gestire un team da remoto ti sembra molto complicato? Hai bisogno di qualche consiglio? Vuoi trasferirti meglio Stati Uniti e sei in cerca di consigli? Se hai almeno una di queste domande, benvenuto! Sei nel posto giusto! Oggi parliamo parliamo di Smart Working e di esperienza americana, una puntata ricca di contenuti!

Smart Working: lavorare

Lo smart working si è prepotentemente affermato nel nella nostra vita. Nell´arco di pochi mesi scuole, università e aziende si sono attrezzate per permettere lo svolgimento delle attività anche da remoto.

Questa modalità di lavoro, ancora per molti nuova, piena di ostacoli e incertezze, è già da anni applicata oltre oceano. Oggi ne parliamo con Mario Di Dio, giovane ingegnere che nel suo periodo di dottorato ha lavorato interamente da remoto per una Start Up americana.

Mario è stato già ospite in una precedente intervista qui su metodi e strategie. Abbiamo parlato della sua esperienza come dottorando e delle principali differenze fra la mentalità italiana e quella americana (QUI per approfondire)

In questa nuova puntata oltre allo smart working, Mario ha dato dei consigli molto pratici per tutti coloro che vogliono trasmessi negli Stati unti e abbiamo parlato di come vengono organizzati i colloqui di lavoro nelle aziende americane. Ho diviso la puntata in 2 parti, affinché tu possa trovare con più facilità le infomazioni di cui hai bisogno

Parte 1: Quali documenti occorrono per trasferirsi negli Stati Uniti

Documenti, visti, permessi di soggiorno e green card. In questa prima parte abbiamo voluto condividere consigli pratici, sfatando alcune delle leggende metropolitane che ruotano attorno a questa tematica.

Buona visione!

Vuoi provare anche tu a vincere la green card? Ecco QUI il link che ci ha lasciato Mario!

Parte 2: colloqui di lavoro e smart working

Come vengono svolti i colloqui di lavoro nelle aziende americane? Quanto tempo durano? Quali sono i pro e i contro del lavoro da remoto e quali sono le strategie giuste per mantenere lo spirito di gruppo e la produttività anche a distanza?

Parlando di produttività: i consigli pratici per seguire un team e lavorare da remoto, partono circa dal min 16 🙂

Bene, anche per questa puntata è tutto! Grazie ancora a Mario per i suoi preziosi consigli!

Io intanto ti invito a seguirmi sulla mia pagina Facebook per rimanere aggiornato sulle nuove interviste.

Hai domande? Scrivimi pure a info@metodiestrategie.com

A presto!

Maria

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Studiare online: ecco come organizzarsi al meglio

Hai difficoltà a seguire i corsi attraverso la didattica a distanza? Ti senti perso e non sai come proseguire il tuo percorso di studi? Se stai cercando delle risposte, questo è il post che fa per te! In questo articolo ti darò dei consigli pratici per studiare online in modo efficace!

Didattica a distanza e cambiamento

L’emergenza che stiamo affrontando sta cambiando il modo di vivere l’esperienza universitaria.

Gli atenei si stanno adeguando per garantire il proseguo delle lezioni attraverso la didattica a distanza.

In un mio precedente articolo “Come studiare ai tempi del COVID-19“, ti ho parlato sostanzialmente di come cambiare le abitudini quotidiane in risposta all’isolamento e ai nuovi ritmi che la situazione ci impone. Oggi affrontiamo la questione della didattica a distanza e di come studiare online.

1) Scegli con cura i corsi da seguire

Durante l’università ho sempre seguito tutti i corsi, cercando di non saltare neanche una lezione. Parliamoci chiaro.. non tutti i professori spiegano bene, tuttavia sono sempre andata a seguire i corsi perchè mi piaceva moltissimo avere uno scambio con i colleghi e i professori. Indipendentemente dall’efficienza della spiegazione, quindi, finivo di seguire la lezione con l’idea di aver investito il mio tempo in qualcosa di utile per la mia preparazione.

Con il dottorato, le lezioni online si sono sostitute a quelle reali e il cambio è stato per me davvero tragico. Se il professore aveva famigliarità con questo tipo di approccio, beh, poco male….ma diciamoci la verità…se i docenti non hanno la minima idea di didattica a distanza può essere davvero frustrante! Cosa succede in questi casi? Entriamo nella classe virtuale e ci ritroviamo una sfilza di slides una dietro l’altra e piene di frasi.

Imparare a seguire in modo efficiente i corsi online significa innazitutto imparare ad essere diligenti e consapevoli di sè. Se non sei obbligato a seguire la lezione, non seguirla! Usa pittosto il tempo che avresti dovuto investire per studiare e consultare il materiale disponibile.

2) Gestisci il tempo in modo ottimale

Una volta che hai identificato cosa seguire, studiare, fai un piano settimanale o mensile. Ti ho già parlato dell’importanza di questi aspetti e in particolare ti ho descritto il semplice ma efficace metodo dei blocchi (QUI per saperme di più)

3) Impara a prendere appunti in modo efficace

Prendere appunti in modo efficace è essenziale ma difficile. Se lo era durante le le lezioni classiche, potrebbe diventare particolarmente problematico seguendo lezioni a distanza.

Si tratta di uno dei tanti argomenti che, nonostante la sua importanza, viene considerato “didatticamente poco interessante” e non viene insegnato nella scuola dell’obbligo. Risultato? Studenti che fin dalle prime lezioni all’università tentano invano di scrivere (anzi, meglio dire…trascrivere!) come se fossero Speedy Gonzales, con il disperato tentativo di porre nero su bianco ogni singola parola pronunciata dal professore. Non riuscendoci, i più tecnologici si affidano ai registratori portatili….un modo per rimandare l’inutile fase di trascrizione.

Con le lezioni a distanza molti optano per software che consentano la registrazione direttamente dal computer. Detta sinceramente, la Maria studente universitaria lo avrebbe fatto. In effetti da studente ho perso un sacco di tempo a riscirivere appunti, caricandomi INULTIMENTE di lavoro extra! Ne ero consapevole, ma invece di cercare alternative, mi sono lasciata andare al “così fan tutti”, “così ho sempre fatto”.

Con il dottorato, ho cambiato tattica e ho dato una svolta sperimentando metodi per prendere appunti in modo efficace.

Prendere appunti: e se fosse inutile?

Se vuoi imparare a prendere appunti in modo efficace, devi chiederti innanzitutto: perchè farlo? Ricordare? Agevolare la fase di studio successiva? Per essere sicuro di avere informazioni che non puoi reperire altrove?

Queste sono alcune delle tante domande che mi sono posta prima di cercare delle alternative.

Anche tu hai il materiale del professore, giusto? Il libro da cui studiare e altre informazioni relative al corso. Soprattutto adesso, con le lezioni a distanza, la maggior parte dei professori hanno la premura di inviare tutte le informazioni necessarie.

Ti sei mai chiesto, quindi, perchè è importante prendere appunti? E se fosse una perdita di tempo? Una inutile abitudine?

Ognuno di noi, in base alla preparazione di base, ha un proprio modo di approcciare alle diverse materie di studio. Se dopo le domande che ti ho fatto realizzi che prendere appunti alla fine fine per te è inutile….beh, hai trovato la soluzione! Non ti devi più preoccupare e non hai bisogno di leggerti questo post fino alla fine;-)

Se invece credi anche tu sia importante, prova a darti delle risposte! Avere la consapevolezza delle proprie azioni (anche se ovvie e scontate) ti faranno vedere le cose con occhi diversi.

Come ti dicevo, mi sono fatta queste domande anche io. I corsi, seminari e le conferenze che ho seguito durante il dottorato erano tutti in inglese e avevo il materiale a disposizione…quindi perchè “complicarsi” la vita e cercare metodologie per prendere appunti? Con il tempo mi sono data le risposte che cercavo, e che mi hanno invogliata ad approfondire l’argomento.

Prendere appunti in modo efficace è assolutamente essenziale perchè:

  • Ti dà consapevolezza di ciò che non ti è chiaro durante la lezione
  • Promuove il processo dell’ active learning, cioè imparare in modo attivo e sarai impegnato e ragionare più che a voler semplicemente ricordare
  • Sei facilitato nelle successive fasi di studio vero e proprio

E tu? Quali sono i tuoi perchè?

Adesso che anche per te sono ben chiari i vantaggi che si hanno nel prendere appunti in modo efficace, entriamo nel vivo dell’argomento:-)

  • Preparati per tempo!

Informarsi in anticipo sugli argomenti che andrai ad ascoltare è alla base. Famigliarizza con i libri di testo, confrontali con il programma dell’esame e identifica eventuali “vuoti”. Può capitare, infatti, che il professore tenda ad approfondire tematiche poco trattate nel materiale di riferimento.

Anticipare questi aspetti ti permetterà di valutare con cura l’eventuale acquisto di libri o eserciziari aggiuntivi. Chiedi, quindi, ai colleghi di corso che già hanno superato l’esame e fatti consigliare!

  • Fatti vs Concetti

La tua “indagine” iniziale non è finita qui 🙂 A questo punto cerca di capire se la materia o l’argomento che ti verrà spiegato è ricco in fatti o in concetti.

Ti faccio un esempio: materie come giurisprudenza, storia, geografia, sono maggiormente ricche in fatti rispetto che in concetti. In questi casi, infatti, la memorizzazione di eventi, date, nomi e terminologie specifiche avrà un impatto maggiore sullo studio della materia rispetto all’assimilazione di un nozione. Si tratta ovviamente di un’assunzione molto flessibile ma che ti aiuterà a identificare il metodo giusto per te per quella materia.

Metodi per prendere appunti in modo efficace

Bene! Adesso che hai tutto sotto controllo, potrai scegliere con consapevolezza fra i metodi che ti propongo.

Metodo dell’indice

Più conosciuto come metodo dell’outline è un modo molto strutturato di prendere appunti. Preferisco definirlo come metodo dell’indice perchè in effetti il risultato è una sorta di indice personalizzato.

L’idea di base è quello di creare dei paragrafi e sottoparagrafi che permettano di annotare i dettagli di ogni specifico “blocco” di concetti/fatti.

Risultato:

Pro

Dunque, cosa penso di questo metodo: ho pravato ad utilizzarlo per moltissimo tempo e devo dire che in effetti aiuta molto a strutturare la tua pagina di appunti. È molto efficace se hai la tendenza a scrivere frasi brevi e coincise ed è particolarmente utile se l’argomento è ricco in fatti più che in concetti.

Cons

Il metodo dell’indice è fortemente vincolato all’efficacia di esposizione di chi sta spiegando. E’ davvero poco pratico se il tuo professore ha l’abitudine di essere poco strutturato, con nozioni che vanno qua e là.

Metodo Cornell

La seconda strategia che ti propongo per prendere appunti in modo efficace è il Metodo Cornell. Ho parlato ampiamente di questo metodo in un mio precedente articolo (QUI), ma data la sua efficacia, ho voluto ri proportelo anche in questo post e parlarti dei suoi pro e cons.

Pro

Ottimo per ripassare in fase successiva gli appunti e per darti una struttura di base se hai l’abitudine di scrivere molto. Grazie all’uso dei blocchi, infatti, potrai suddividere le informazioni secondo una tua modalità di pensiero e in base alle nozioni che ritieni rilevanti rispetto alla tua comprensione e preparazione di base. Consigliato soprattutto per argomenti ricchi in concetti.

Cons

Nonostante la suddivisione del foglio in sezioni, questo metodo ti lascia, tuttavia, la possibilità di scrivere liberamente nella sezione dedicata. Anche in questo caso sei molto vincolato dalla modalità con cui ti vengono spiegate le nozioni. Se il professore è poco lineare nell’esposizione, la suddivisione del foglio limita molto lo spazio a disposizione e quindi la possibilità di aggiungere informazioni a concetti precedentemente annotate.

Sei interessato al metodo Cornell? Iscriviti al Blog (QUI) per accedere anche tu alla Libreria Virtuale e scaricare gratuitamente il Layout! 🙂

Metodo della mappatura

Se sei una persona dalla memoria visiva, il metodo della mappatura è perfetto per te! Ottimo sia per argomenti concettuali che ricchi in fatti. Esistono due “versioni” di questo metodo, vediamoli! 🙂

  • Mappatura a diagramma di flusso: annotare le informazioni sottoforma di diagrammi di flusso. L’idea di base è quella di annotare parole chiave o piccole frasi (A) all’interno di un simbolo di tua scelta (nell’esempio sottostante un quadrato). Obiettivo principale di questo metodo è di identificare le relazioni cause/effetti fra eventi.
  • Mappatura a raggi: molto più semplice della mappatura a diagrammi di flusso, consiste nello scrivere l’argomento principale al centro del foglio e far partire dei “raggi” , proprio come nell’esempio qui sotto:

Ogni raggio rappresenta una ipotesi e un blocco di informazioni che definisce l’argomento centrale. Nelle diramazioni (nell’esempio 1,2), invece, vanno annotate i dettagli relativo ad ogni specificazione.

4) Uso appropriato del computer

Le lezioni a distanza impongono il continuo uso del computer. Una volta che hai deciso quale tipo di metodo utilizzare per prendere appunti valuta se per te è più congeniale usare il cartaceo o scrivere direttamente in formato elettronico. Ecco alcuni consigli pratici.

  • Prendere appunti sul cartaceo
  1. Stampa o preparati in anticipo eventuali layout da utilizzare (se ad esempio devi utilizzare il metodo Cornell)
  2. Usa un unico colore di penna, in questo modo non perderai tempo per fare i cambi
  3. Vai sul semplice: una materia= un quaderno (meglio se ad anelli)
  • Prendere appunti digitalmente
  1. Usa Onenote per scrivere: questo programma è ottimo perchè ti consente di dividere in 2 lo schermo e di scrivere pur continuando a visualizzare in contemporanea la lezione. Ecco come attivare la funzione:

2. Usa tools per catturare immagini dal desktop, ciò ti aiuterà nel prendetre appunti. Io uso Screenpresso: utile, intuitivo e soprattutto gratuito!

In un mio recente Blog post (QUI) ti ho dato dei consigli pratici per organizzare i file digitali sul computer, dacci un’occhiata! 🙂

Prendere appunti e frequentare corsi online: parliamone!

Ho fatto una chiacchierata intervista con Melinda Fiorino del blog il quadernino. Melinda è una giovane freelancer che ha voluto condividere con noi la sua esperienza da studente universitaria in remoto (QUI la puntata in cui ci racconta tutto! :-))

Come fare a prendere appunti quando si studia da remoto? Guarda la puntata sulla mia pagina Facebook (QUI) oppure ascoltala in versione podcast su Spotify e iTunes!

5) Entra nei forum di discussione

Seguire una lezione a distanza non significa semplicemente ascoltare in modo passivo una spiegazione. Partecipa virtualmente alle discussioni, ai forum e cerca gruppi di lavoro sui vai social. Non ce ne sono? Creali! Motiva te stesso motivando gli altri e perchè no…prova a spiegare agli altri qualcosa, un ottimo modo per verificare le tue conoscenze e capire su cosa focalizzare la tua attenzione!

Bene, io spero che questo post ti sia utile! Fammi sapere, quali sono le difficoltà che stai incontrando nello studio online? Scrivimi a info@metodiestrategie.com o contattami tramite la pagina facebook.

A prestooo

Maria

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Digitale Lavoro Organizzazione Studio Università

Professionalità virtuale

Devi fare un meeting in remoto? Un colloquio di lavoro? Oppure devi discutere la tua tesi di laurea via Skype? Oggi ti darò dei consigli pratici per mettere in risalto la tua professionalità tramite video!

I meeting virtuali sono il futuro

In queste settimane di clausura forzata stiamo continuando a lavorare e anche per molte attività professionali “classiche” (come docenti scolastici) è arrivato il momento delle “riunioni virtuali”. Zoom, Hangout…una ricerca disperata di piattaforme per comunicare con capi e colleghi. A tutto ciò si aggungono colloqui di lavoro via Skype, esami e discussioni di Laurea.

In tutte queste circostanze, essere professionali virtualmente è importante quanto lo è nella realtà. Anche in videocamera “L’abito fa il monaco” e l’apparenza, il modo di presentarsi deve essere curata nel dettaglio.

Ovviamente c’è molta differenza fra un incontro di persona ed uno virtuale; le due situazioni scatenano sensazioni e modi di comunicare completamente divergenti. Tuttavia, in questo perido di incertazza una cosa è sicura: viviamo nell’era del digitale e al di là della situazione attuale è importante saper trasmettere all’interlocutore la propria “professionalità anche virtualmente”.

Premessa: preparati per tempo!

Fare un meeting virtuale è molto più complicato di ciò che si può immaginare. Al di là degli aspetti tecnici, infatti, devi sempre considerare che la videocamera accende i riflettori anche su aspetti della tua vita che probabilmente non avresti condiviso in altre circostanze.

In particolare, famigliarizzare con la videocamera e prendersi il tempo per organizzarsi in modo adeguato è importante per 2 motivi:

  1. Diventare consapevoli di ciò che si vuole condividere con gli altri

Lo spazio che ti circonda durante la videochiamata, il tuo modo di vestire stando a casa e di gestire lo stress “casalingo”, sono fattori che comunicano molto più delle tue parole. Cosa vuoi mostrare al tuo interlocutore? La tua casa? La tua libreria? Nulla?

2. Acquisire sicurezza della propria immagine

Con le videochiamate vedrai anche la tua immagine. Se non sei abituato, all’inizio potrà sembrarti strano e tenderai involontariamente a guardare te stesso invece che la videocamera. Se poi la tua video immagine non ti fa sentire a tuo agio, la cosa potrebbe crearti dei problemi.

Mettere in pratica i consigli che leggerai in questo post ti permetteranno di evitare inutili problemi. Se pronto a condividere con gli altri la tua esperienza virtuale?

Ecco a cosa fare attenzione:

1) Luce naturale vs luce artificiale?

Ognuno di noi vive la propria realtà. C’è chi ha a disposizione una stanza adibita ad ufficio, chi “migra” da un angolo ad un altro della casa cercando di adattarsi. Personalmente conosco entrambe le realtà e in entrambe le situazioni, ti consiglio per esperienza di usare il più possibile la luce naturale.

Accendi la videocamera del tuo cellulare e cerca il punto della casa con l’illuminazione congeniale per un video.

2) Posizionamento della luce artificiale

Se non hai la possibilità di sfruttare l’illuminazione naturale è importante sapere come posizionare quella artificiale.

La luce, va posizionata di fronte, esattamente questa deve essere parallela al volto. E quando dico esattamente, lo dico letteralmente! Fare l’errore di posizionare la luce al di sopra o al di sotto della volto, significa mettere in evidenza le occhiaie e tutti quei segni di espressione che ti faranno apparire il volto molto più stanco rispetto a quello che è nella realtà. Hai presente il classico film dell’orrore in cui il personaggio pazzo si mette la candela sotto il volto? Ecco, nelle peggiori delle circostanze potresti fare lo stesso effetto…

3) Inquadramento

Potrebbe sembrarti scontato ma non lo è affatto. Il computer portatile o la webcam devono essere parallere al volto.

Pensaci un attimo: cosa fai quando hai una videochiamata ed usi il tuo portatile? Appena parte la videochiamata viene meccanico allontanare lo schermo con la videocamera affinchè tutto il tuo volto sia visibile in video. Fin qui nulla di male; tuttavia se il computer è posizionato più in basso rispetto al tuo volto avrai un effetto “doppio-mento” che (oltre ad essere antiestetico) distrae dall’elemento fondamentale della comunicazione: gli occhi!

Puoi risolvere questo problema semplicemente posizionando il tuo computer portatile su dei libri o su delle alzatine, quelle che si usano come separatori nei mobili.

4) Background

Cosa vuoi mostrare agli altri ? Essere professionali virtualmente significa anche tenere il più possibile lontano la propria realtà casalinga da quella lavorativa. Non è solo una questione di riservatezza. Nel bene o nel male l’ambiente che ti circonda comunicherà indirettamente anche il tuo modo di lavorare. Se vivi in un ambiente in disordine, nel totale caos…come puoi trasmettere senso di controllo e di saper organizzare le tue attività lavorative?

Compatibilmente con i punti che ti ho menzionato precedentemente, ti consiglio di posizionarti con la parete alle tue spalle. Ciò ti toglierà da ogni impiccio.

Un’altra valida opzione è l’uso dei filtri che rendano sfocato il background. Questo tipo di effetto è generalmente chiamato “Blur”. Controlla la piattaforma virtuale che usi per i tuoi meeting, sicuramente avrai l’opzione a disposizione. Io personalmente uso la piattaforma grauita di Microsoft “Teams”. Se lo usi anche tu, QUI puoi trovare una piccola spiegazione che ti aiuterà ad impostare l’effetto Blur.

5) Vestito

Vestirsi in modo adeguato per un meeting virtuale da casa è segno di professionalità. Lo “stare a casa” non può giustificare la trascuratezza. Vestirsi e prendersi cura di sè anche stando a casa (e con questo intendo trucco e parrucco!) trasmesse positività e self control agli altri e soprattutto a se stessi.

Come ti ho parlato in un mio precedente articolo (QUI), vesirsi da lavoro (o da studio) dà, quella ritmicità che ci serve per organizzare al meglio la nostra giornata (QUI per approfondire).

6) Guardare la videocamera

Guardare la videocamera trasmette all’interlocutore sicurezza. Sai cosa stai facendo, hai padronanza di quello che stai facendo e del mezzo attraverso cui comunichi. La tentazione di guardare altrove sarà all’inizio fortissima; per questo motivo ti consiglio di fare delle prove registrando un piccolo video con il telefonino. Fai un piccolo dialogo e se devi fare la discussione della tesi, ripassa ad alta voce registrando un video.

Hai guardato la videocamera? Te stesso? Prova, riguarda il video dopo qualche ora. Cosa comunica il tuo sguardo? Insicurezza? Dove hai guardato?

Tutto ciò che ti ho scritto all’inizio ti sembrerà forse complicato, in realtà si tratta solo di abitudine. Fai qualche prova e ti assicuro che i risultati che otterrai ti daranno ottimi risultati.

Io spero che questi consigli ti siano serviti! Fammi sapere!:-) Scrivimi a info@metodiestrategie.com e seguimi sulla pagina facebook per rimanere in contatto.

Vuoi fare un dottorato di ricerca? Seguimi anche su Spotify e ascolta le interviste fatte a ricercatori e dottorandi! 🙂 Ti aspetto!

Ciaoo

Maria