Categorie
EmergenzaTesi Lavoro Organizzazione Podcast Studio Università

Come affrontare al meglio il periodo della tesi

Stai scrivendo la tua tesi di laurea o stai per iniziare il tuo progetto di tesi? Bene, allora sei nel posto giusto! In questo nuovo episodio ti darò i consigli fondamentali che ti serviranno per vivere al meglio questo periodo!

Chi ben comincia è a metà dell’opera

Finalmente ce l’hai fatta! Dopo mesi e mesi di studio per la preparazione degli esami, è giunto il momento di chiedere la tesi. Che tu stia affrontando (o in procinto di affrontare) la tesi triennale, magistrale o di dottorato, poco importa. Ognuna di queste fasi ha un profondo impatto sulla tua carriera accademica.

Non amo molto i “detti” o  “o i proverbi”,  perché difficilmente riscontrabili nella vita di tutti i giorni. Devo ammettere, tuttavia, che la frase “Chi ben comincia è a metà dell’opera” rappresenta per me una vera e propria eccezione. Pianificare e organizzare i primissimi passi di un progetto lavorativo e di studio, mi ha sempre aiutato più di quanto io stessa avessi potuto credere.

Come in tutte le cose della vita, anche l’inizio della tesi è sicuramente uno dei momenti più esaltanti del percorso di studi;  si tratta di una nuova avventura,  una corsa ad ostacoli e sicuramente di non breve durata. Se stai leggendo questo post sicuramente ti riconoscerai in una di queste situazioni:

  • stai per iniziare la tua fase da tesista (triennale, magistrale, dottorato)
  • hai già cominciato il tuo periodo di tesi ma ti senti bloccato/a

In entrambi i casi, capita spesso di fare degli errori a causa della fretta (la voglia di iniziare!) e dello stress (la necessità di voler concludere).

Conosco bene queste sensazioni e le esperienze vissute mi hanno confermato nel tempo l’importanza di fermarsi e riflettere sui passi da compiere.

Come affrontare al meglio il periodo della tesi: le 5 regole d’oro

Come promesso nell’ introduzione, in questo post voglio condividere con te le 5 regole d’ oro per vivere il periodo di tesi nel migliore dei modi. Ho deciso di “parlare” direttamente con te tramite la registrazione di una puntata podcast; una chiacchierata (di circa 12 minuti).

Ecco le cinque regole d’ oro commentate nella puntata podcast:

1- Inizia a scrivere il prima possibile (cartaceo o digitale, meglio digitale)

2- Stabilisci un modello organizzativo

3- Fai delle sessioni retrospettive di review per l’organizzazione

4- Non avere paura dei periodi di blocco

5- La tesi come periodo di formazione

Bene, a questo punto ti lascio alla registrazione! Sempre qui nei nel post ti lascio i link di approfondimento che ti ho accennato durante la chiacchierata 😉

Approfondimenti

Dietro la parola “tesista” ci sono tante realtà: giovani neolaurandi, genitori, professionisti che si rimettono in gioco e decidono di intraprendere un percorso accademico in età più adulta.

Sarebbe impossibile approfondire in modo adeguato ogni singola situazione, ho voluto comunque affrontare nel dettaglio alcune delle categorie descritte. Ecco blog post e interviste a professionisti di rilievo che che hanno voluto condividere con noi la loro esperienze:

  • Ti senti bloccato? Ecco il blog post per aiutarti a ripartire alla grande
  • Ruolo genitoriale e carriera professionale: Intervista ad Alessia Bellezza
  • Vorresti fare un dottorato di ricerca ma ti senti ormai “fuori” dal mondo accademico? Ascolta l’intervista al Dr. Matteo Broggi, vice-direttore all’istituto per il rischio e affidabilità all’università di Hannover.

Bene, io per ora mi fermo qui! Spero che questi piccoli consigli e i post di approfondimento ti abbiamo dato la giusta grinta!

Io intanto ti invito a seguire lo show podcast di metodiestrategie su Spotify , iTunes e la pagina Facebook per aggiornamenti sul blog.

Hai una domanda? Scrivimi a info@metodiestrategie.com

A presto!

Maria

Categorie
Lavoro Organizzazione Podcast Università

Divulgazione scientifica e società

Hai interesse per il mondo della comunicazione in ambito scientifico? Sei magari incuriosito/a da queste tematiche e ti piacerebbe approfondire il rapporto comunicativo fra scienza e società? Bene, oggi parliamo divulgazione scientifica e società con Federica Bressan, ricercatrice e podcaster.

Scienza, società e rapporto comunicativo

La scienze ha da sempre avuto un forte impatto sulla vita dell’uomo. Negli ultimi secoli, in particolare, l’applicazione dei concetti scientifici in ambito tecnologico e medico hanno profondamente migliorato la qualità della vita.

Questo eccezionale cambiamento, visibile da un decennio ad un altro, ha sempre più comportato una maggiore necessità di comunicazione fra il mondo scientifico e la società. Ma cosa significa effettivamente “comunicazione scientifica”? Siamo proprio sicuri sia compito degli scienziati?

Interviste a Federica Bressan, PhD

Grazie alla comune passione per il mondo podcast, ho conosciuto Federica Bressan. Federica è una giovane ricercatrice attiva nel settore della divulgazione scientifica. Tramite il suo canale YouTube e il suo show podcast la nostra ospite propone al al pubblico di internet interviste inedite a scienziati ed esponenti del mondo scientifico.

Con la nostra ospite, abbiamo registrato due interviste chiacchierate.

Nella prima, abbiamo affrontiamo in modo critico il rapporto fra scienza e società e comunicazione. Cosa significa “comunicazione scientifica”? Perché i ricercatori devono fare divulgazione scientifica?

 

Non hai tempo di guardare la puntata? Ascolta l’intervista in versione podcast!!

 

Nella seconda intervista abbiamo di mental health in academia: come mai se ne sta parlando solo ora?

 

Bene io spero che queste puntate ti abbiano dato delle informazioni utili! Grazie mille a Federica per essere stata nostra ospite!

Io intanto ti invito a seguire Federica sui suoi vari profili social

YouTube channel: http://youtube.com/c/wyfiwyg/
Podcast: http://technoculture-podcast.com
Website: http://federicabressan.com/
LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/federica-bressan-9126529a/
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100008209141607
Twitter: https://twitter.com/donnadifiume/

Io come sempre vi invito a seguire il blog tramite Youtube e la pagina Facebook!

Alla prossima!

Maria

Categorie
Digitale EmergenzaTesi Lavoro Podcast Studio Università

Esami online e tutoraggio universitario

Esami universitari online o in presenza? Se sei uno studente o un tutor universitario, sei nel posto giusto! Oggi parliamo di questa nuova modalità di svolgere gli esami, considerando sia il punto di vista dello studente che del tutor. Esami online e tutoraggio universitario, quando il futuro è ormai un presente.

Digitale ed esami universitari

La situazione pandemica ha accelerato l’utilizzo di nuove forme di comunicazione in ambiente accademico. Negli ultimi due anni, infatti, molte delle attività svolte in presenza hanno trovato un nuovo modo di compiersi grazie al digitale.

In questa piattaforma abbiamo parlato molto sull’impatto del digitale in ambito accademico e professionale. In particolare, abbiamo parlato dei vantaggi dei tool digitali e dell’organizzazione delle riunioni online.

Nella puntata di oggi ci soffermiamo sullo svolgimento degli esami universitari online. Ne parliamo con Alessia Bellezza, PhD, tutor dell’Università La Sapienza di Roma e ormai consueta ospite di metodiestrategie. Fra le varie puntate registrate con Alessia (dottorato di ricerca in campo umanistico, maternità e carriera universitaria), quella che stai per vedere è la seconda parte di una bella intervista chiacchierata. Nella prima parte abbiamo parlato della sindrome dell’impostore (QUI il link per vedere la puntata) ma adesso è finalmente arrivato il momento di parlare di esami!

Ecco l’intervista:

Non hai tempo di guardare la nostra chiacchierata? Ascoltala in versione podcast!

Bene, io spero che le nostre interviste chiacchierate ti siano state utili!

Hai domande? Contattami su info@metodiestrategie.com oppure seguimi tramite la pagina Facebook per rimanere aggiornata sul blog!

A presto!

Maria

Categorie
Lavoro Life Style Podcast Studio Università

La sindrome dell’impostore

Hai appena raggiunto un grande traguardo accademico/professionale…ma credi di non essertelo meritato? Ti capita spesso di avere questa sensazione? Oggi parliamo della sindrome dell’impostore, una condizione psicologica di inadeguatezza che colpisce tantissimi studenti universitari.

La sindrome dell’impostore: la necessità di un confronto

L’avvento del digitale sta finalmente portando alla luce molti retroscena del mondo accademico. Nel bene o nel male, gli studenti universitari sono quindi più consapevoli del contesto in cui si trovano.

Sempre più spesso, infatti, si parla del ruolo dei dottorandi nelle realtà aziendali e delle varie prospettive lavorative al di là del mondo accademico.

Sono ancora in ombra, tuttavia, tematiche riguardi il benessere psicologico degli studenti universitari.

Oggi ci confrontiamo su una condizione psicologia di inadeguatezza: la sindrome dell’impostore. Si tratta di una tematica complessa che abbiamo affrontato insieme alla Alessia Bellezza, PhD, collaboratore di Cattedra e Tutor presso l’Università La Sapienza di Roma.

Quali sono i meccanismi che inducono a questa condizione di inadeguatezza? Come fare a capire se si soffre di questa condizione? E soprattutto: da dove partire per uscirne?

Rimani in nostra compagnia e ascolta la chiacchiera fatta con Alessia. La nostra ospite, con la sua spontaneità e professionalità apre un dibattito, un confronto costruttivo.

Cosa importante da sottolineare: non siamo psicologhe. In questa intervista non vogliamo fornire consigli che vanno al di là delle nostre competenze. Abbiamo deciso di affrontare questo argomento con la voglia di condividere e di contrastare quel muro di silenzio che, purtroppo, circonda certe tematiche.

Ecco la video intervista!

Non hai tempo di guardare l’intervista? Ascoltala in versione podcast!

Vuoi conoscere meglio la nostra ospite?

Abbiamo avuto modo di conoscere la nostra ospite in alcune precedenti puntate podcast di MetodieStrategie; in particolare, abbiamo parlato di dottorato di ricerca in campo umanistico e affrontato tematiche legate alla maternità e alla carriera universitaria.

Puoi recuperare le altre puntate QUI nella sezione podcast o sul canale YouTube.

Hai domande? Vorresti raccontare la tua esperienza professionale e/o accademica? Scrivimi su info@metodiestrategie.com

Noi ti aspettiamo per la seconda parte dell’intervista in compagnia di Alessia!

A presto

Maria

Categorie
Lavoro Life Style Lingua straniera Studio Università

Apprentissage des langues étrangères

Tu veux apprendre une langue étrangère mais tu ne sais pas par où commencer? Est ce que tu as beaucoup étudié une langue étrangère mais tu ne peux pas la parler? Si la réponse à ces questions  est “Oui” ce blog post est pour toi!!

Dans ce post je partage avec toi mon expérience pour  l’apprentissage d‘une langue étrangère et donc je voudrais te proposer quelques idées pour t’ améliorer.

L’ apprentissage des langues étrangères comme style de vie 

Bonjour à tous et bienvenue! Je suis Maria et je suis italienne, ceci est le premier blog post que j’écris en français, donc excuse-moi si je fais des erreurs!

En fait, ici dans mon Blog, j’écris souvent dans ma langue maternelle et je partage avec l’internet des idées et des conseils pour aider les étudiants à l‘université qui ont le désir de faire un doctorat de recherche.

Depuis que j’ai commencé à écrire j’ai reçu beaucoup de questions sur le monde du doctorat, mais à côté de ça, beaucoup de lecteurs m‘ont posé des questions sur l’importance de l’apprentissage des langues étrangères: Comment apprendre une langue étrangère rapidement?Est-ce que c’est essentiel de connaître plusieurs langues pour faire un doctorat? Est-ce que la connaissance de l’anglais est suffisante pour faire carrière dans l’université?

L’ apprentissage des langues étrangères est un sujet très important, pas seulement  pour “aspirants doctorants” mais bien sûr aussi pour la carrière professionnelle en général.

L’ apprentissage des langues étrangère et le pouvoir de la motivation

Si tu es ici a lire ce blog post, c’est parce que tu a des difficultés dans l’apprentissage d’ une langue étrangère. Je peux bien comprendre tes sentiments de frustration.  La communication avec une langue différente de la langue maternelle est très difficile. On peut passer heure, jours, année   à étudier sur les livres  sans avoir de résultats.

Tu n’es pas le seul!

En 2012 je suis arrivé en Allemagne pour commencer mon Doctorat. Pendant mon doctorat j’ai utilisé surtout l’anglais, mais l’allemand et le français sont devenus aussi peu à peu partie de ma vie. 

Ma liaison avec l’apprentissage des langue ca n’ a pas été toujours bon. 

Mais…qu’est ce qu’est passé pendant les années? 

Ici tu peux trouver ce que j’ai appris pendant ces années, je suis sûre que trouveras des idées très utile pour ton apprentissage des langues!

On y va!

1- Motivation

Parce que veux tu apprendre une langue étrangère?  C’est une question très simple mais très importante!

Apprendre une langue étrangère seulement parce qu’ on en a besoin (émigrer dans un autre pays, utiliser la langue dans le travail) n`est pas suffisant.

Pourquoi? Parce-que faire quelque chose pour “besoin” signifie aussi avoir la sensation d’être obligé de le faire. Avec cette attitude, c’est claire que on peut pas obtenir de bons résultats à long terme

Si tu n’a pas choisi d’étudier une langue étrangère, la meilleure façon de trouver la motivation c’est d’apprendre la langue dans un contexte de plaisir. Est-ce que tu aimais le football?  Or la littérature? Quel que soit ton passe-temps, utilise la langue étrangère dans le contexte qui tu aimes te donnera bien sûr la juste motivation.

2- L’apprentissage des langues étrangères est une style de vie

La langue est une branche toujours en évolution qui réfléchit à l’évolution de la société.  En toutes les langues, de nouveaux mots sont ajoutés dans le dictionnaire tandis que d’ autres mots sont supprimés  parce qu’ ils ne sont pas utilisés. Bien sûr, il y a toujours quelque chose à apprendre. Il faut donc considérer l’apprentissage des langues comme un voyage, un style de vie  et pas comme une “matière scolaire”. 

3- Se focaliser plus sur le prozesse d’apprentissage 

Aujourd’hui avec la digitalisation il y a beaucoup de ressources et des différentes façons d’apprentissage. Si tu es bloqué ou démotive dans l’apprentissage des langue, la premiere chose a faire se de casse vieux routine d’apprentissage et expérimenter nouvelle méthode.   

En fait, pour apprendre et communiquer dans une langue étrangère, il n’y a pas besoin de faire d’ennuyeux exercices de grammaire! 🙂

Est-ce que tu aimes les podcasts? Ou les vidéos? Peut être préfères- tu lire ou l’écrire? Choisis la façon la plus confortable pour toi et utilise le chaque jour (ou plusieurs fois par semaine) pour apprendre. 15 -30 minutes par foi c’est sufficient!

4- Grammaire et communication

Étudier la grammaire c’est une step nécessaire pour la communication dans une langue étrangère…bien sure…mais il faut être franc: étudier la grammaire n’est pas drôle!  En outre, il y a trop de théorie dans le livre de grammaire.

Donc, comment faire pour s’améliorer? 

Voici deux points qui ont changé mon approche d’apprentissage.

1- Arrêter de faire des comparaison. 

Souvent on a tendance à faire des comparaisons avec sa propre langue maternelle;  c’est quelque chose de “naturelle” mais, malheureusement, il n’est pas utile. Il faut toujours avoir à l’esprit que chaque langue est unique et bien sûr, unique sons ses règles de grammaire.

2- Pouvoir communicative vs grammaire

Dans certaines langues la grammaire est plus compliquée que dans les autres. C’ est pour cela que beaucoup d’étudiants cherchent à apprendre la grammaire avant de parler. En fait, il y a une tendance à penser que la grammaire est essentielle pour la communication. 

La grammaire est utile mais pas essentielle.  Est-ce que tu n’as jamais pensé aux enfants? Les enfants peuvent parler et ils peuvent s’exprimer sans connaître les règles de grammaire. 

5- Ne pas avoir peur de faire des erreurs

L’ apprentissage des langues étrangères est quelque chose de charmant mais il faut avoir beaucoup de patience. Beaucoup d’étudiants ont arrêté de communiquer dans une langue étrangère parce qu’ils ont  peur de faire des erreurs.

Faire des erreurs est une étape pour le processus d’apprentissage; bien sûr c’ est très frustrant d’avoir des critiques mais il faut dire qu’ il n’ y a pas de progrès sans erreur. 

La vérité est que la perfection dans la communication linguistique n’existait pas. La langue est une branche très dynamique, influencée par le contexte et la période historique.

6- Parler, parler parler!!

Il faut chercher de parler le plus possible! Nous avons discuté de l’importance de chercher de utilizer la langue avec Dr. Timothy Dauglas, chercher et Polyglot. Ici a petit extrait de l’interview “Languages and science”.

Apprentissage des langues et carrier scientific: ICI le lien de l’interview avec Tim!

Parler avec quelqu’un en langue étranger ou debut est très complex. Ci tu est bloqué, je te conseille de utilizer Italki  un site Internet pour l’apprentissage des langues. Avec Italki tu peut trouver a tutor pour faire de la conversation; je le utilize pour parler française et je suis très heureuse de trouver toujours tutor professionnel et disponible. A petit cadeaux pour toi ICI  🙂

Pour le moment je finis ici et j’espère que je t’ai donné des conseils utiles. J’espère spécialement que je t’ ai encouragé à communiquer dans une langue étrangère sans peur.

C’ est la première fois pour moi que je communique sur internet en langue française. Je sais d’avoir fait des erreurs  mais je sais aussi que la prochaine fois sera meilleure 🙂

Si j’ ai été capable d’écrire en français, je suis aussi sûre que tu peux le faire aussi dans la langue que tu es en train d`étudier! 

Donc, ça ne dépend que de toi! Quelle est la langue que tu es en train d’étudier? 

Ecris-moi sur l’email info@metodiestrategie.com

Ciaooo

Maria

Categorie
Digitale EmergenzaTesi Lavoro Life Style Organizzazione Podcast Studio Università

Maternità e carriera universitaria

Sei una mamma anche tu e vorresti fare un dottorato di ricerca? Oppure stai studiando all’Università ma hai delle difficoltà nella combinare esigenze famigliari e universitarie? della vita da mamma e degli impegni universitari? Bene, questo è il post adatto a te! Oggi insieme alla nostra ospite Alessia Bellezza parleremo di maternità e studio universitario, due mondi apparentemente distanti e in conflitto. È dunque possibile combinare maternità e carriera universitaria?

La questione “maternità”

Nella vita di una donna maternità significa innanzitutto cambiamento. Notti insonni, nuovi ritmi, paure, nuova percezione di sé e del proprio corpo, sono solo alcune delle fasi che una donna deve affrontare. In una società moderna e frenetica come quella in cui viviamo, noi donne non possiamo fermarci troppo a pensare. Dobbiamo continuare a correre, a fare, a dimostrare che tutto è uguale; anzi meglio di prima. Ebbene sì, perché mai una donna che ha dato alla luce una nuova vita deve sentirsi stanca? È un essere superiore, capace di essere contemporaneamente moglie, figlia, amica, cuoca, amante, professionista (oltre che mamma!).

È una convinzione tragicamente radicata nella nostra cultura e, peggio ancora, nel modo di ragionare di noi donne. Quante volte hai chiesto aiuto? Quante volte hai preso tempo per te stessa? Devi lavorare…ma quante volte ti sei sentita in colpa nel lasciare tuo/a figlio/a ai tuoi genitori o alla baby sitter?

Per tutte le donne che decidono di mettersi sui libri o che vorrebbero continuare il proprio percorso accademico con un dottorato di ricerca, la pressione psicologica può essere ancora più pesante. In questo caso, infatti, non vi è un distacco fra il mondo famigliare e quello lavorativo. Lo studio universitario e/o il dottorato di ricerca diventano parte integrante di uno stile di vita con cui bisogna fare i conti. Ma è possibile combinare la vita da studente/dottoranda con la vita famigliare?

Madre e studente universitaria

Ho aperto questo blog con la voglia di condividere esperienze, idee e suggerimenti utili per potersi affermare professionalmente (QUI se vuoi scoprire qualcosa di più). In tal senso il dottorato di ricerca è un percorso ancora poco conosciuto e avvalorato. Proprio per questo, capita spesso che molti giovani studenti vengano dissuasi dall’affrontarlo. Non c’è quindi da meravigliarsi se nel caso di una giovane mamma i dubbi e le perplessità aumentino.

Nelle precedenti puntate podcast e video ho parlato molto del mondo universitario e dei dottorati di ricerca grazie ad interviste fatte a professori universitari, ricercatori e manager. Fra i tanti professionisti, ho avuto anche il grande piacere di intervistare la Dr.essa Alessia Bellezza e abbiamo parlato dei dottorato di ricerca in campo umanistico (QUI il link per approfondire). Alessia non è solo una professionista, ma anche una mamma e soprattutto una donna che sa mettersi in gioco.

La nostra ospite ha intrapreso il percorso di dottorato parallelamente alla sua prima gravidanza. Quali difficoltà ha dovuto affrontare? È possibile combinare la propria passione per la ricerca e gli impegni famigliari? In questa bella e spontanea intervista Alessia ci racconta che tutto è possibile. La regola d’ oro? Partire da sé.

Se sei una giovane mamma e hai voglia di continuare il tuo percorso universitario e professionale, non perdere questa intervista!

Non hai tempo per guardare il video? Ascolta la chiacchierata fatta con Alessia in formato podcast!

Segui lo show podcast di metodiestrategie su Spotify e iTunes!

Cosa aspetti! Pronta per riprendere in mano i libri?

Noi speriamo di cuore che questa nostra chiacchierata sia sta per te una fonte di ispirazione! 🙂 Hai domande? Vuoi approfondire meglio qualche argomento o magari condividere con noi la tua esperienza? Scrivimi a info@metodiestrategie.com e seguimi sulla pagina Facebook per aggiornamenti sul blog.

Alla prossima!

Maria

 

 

 

 

Categorie
Lavoro Life Style Organizzazione Podcast Studio Università

Dottorato di ricerca in scienze umanistiche

Stai frequentando una facoltà di scienze umanistiche? Vorresti fare un dottorato di ricerca ma non sai se è la scelta giusta per te? Bene! Sei nel posto giusto! Oggi parleremo di dottorato di ricerca in scienze umanistiche insieme alla nostra ospite Alessia Bellezza, dottoressa di ricerca e collaboratore di cattedra presso l’Università La Sapienza di Roma.

Dottorato o non Dottorato?

Che cosa significa fare un dottorato ? Il mondo della ricerca, che fino a pochi anni fa viveva esclusivamente chiusa in sè stessa, si sta facendo conoscere sempre più dal grande pubblico grazie ad iniziative socio-divulgative (come la Europe dei ricercatori, finanziata dall’associazione Marie Curie) e all’ utilizzo dei social network.

Nonostante i notevoli passi avanti, il mondo dei dottorandi rimane per certi versi ancora avvolta nel mistero. Poco ancora si conosce del “dietro le quinte” e delle competenze che si acquisiscono durante questo percorso. Inoltre quando si parla di dottorato di ricerca, si fa indirettamente riferimento ad una percorso di studi in campo scientifico.

Se stai frequentando (o vuoi frequentare) una facoltà di tipo umanistico e sei nel dilemma “Dottorato o non dottorato”, sono sicura che troverai l’ intervista di oggi molto interessate!

L’ intervista alla Dr.essa Alessia Bellezza

La Dr.essa Alessia Bellezza è una giovane ricercatrice e collaboratrice didattica presso l’ Università la Sapienza di Roma. Con professionalità e genuina simpatia, Alessia condivide con noi la sua esperienza come dottoranda di ricerca. Una intervista brillante, in cui la nostra ospite racconta i poliedrici aspetti legati al mondo universitario. Stai già lavorando ma vorresti tornare all’ Università e fare un dottorato? Sei alla fine della laurea? Oppure sei una dottoranda e ti senti bloccata? Se almeno una di queste domande rispecchiano la situazione che stai vivendo in questo momento, non perderti questa intervista! Puoi vedere la video intervista qui nel post. oppure ascoltarla comodamente in versione podcast! QUI il link per ascoltarla su Spotify!

Parte 1: L’ importanza dei dottati di ricerca in campo umanistico

Perché fare un dottorato in scienze sociali? Qual’ è la differenza fra le scienze “pure” e le scienze umanistiche? In questa prima parte della nostra intervista chiacchierata, Alessia ti darà le risposte che stai cercando! Rimani in nostra compagnia e guarda l’ intervista!

Parte 2: Quale lavoro fai? Faccio il dottorando!

La domanda più frequente che ricevo da quando ho aperto il blog è: “Il dottorato è un lavoro?” Obiettivamente è una domanda che non ha una facile risposta. Tutto dipende dal progetto a cui si lavora e dal tipo di contratto che si riceve. Come ho spiegato in uno dei miei precedenti articoli, è possibile fare un dottorato direttamente all’interno dell’Università, in un centro di ricerca o da “esterno” (QUI il link per approfondire).

Ma cosa fa tutto il giorno un dottorando? Aiuta il professore nel bocciare studenti agli esami? Studia? Nella seconda parte dell’ intervista portiamo alla luce alcune “credenze” e luoghi comuni legati ai doveri del dottorando. Con spontaneità e ironia, Alessia racconta i pro e i contro dei suoi impegni giornalieri! Pronti a scoprire di più? Guarda la seconda parte dell’Intervista! 🙂

Come ti accenavo all’ inizio del blog post, puoi ascoltare l’intera intervista comodamente anche tramite audio!

Bene ragazzi, per questa puntata è tutto! Un grazie speciale alla Dr.essa Alessia Bellezza per essere stata ospite qui su metodi e strategie!

Hai domande? Ti piacerebbe approfondire un argomento in particolare? Scrivimi a info@metodiestategie.com e seguimi sulla pagina facebook per non perderti altre novità a tema “Università-Dottorato-Lavoro”.

Alla prossima!

Maria

Categorie
English Lavoro Organizzazione Studio Uncategorized Università

Online learning

Digitalization is changing the learning process. Pandemic emergency highlight the possibility to acquire knowledge and learn new skills through online courses. But are those online courses good as the traditional one? Where to start? Here useful tips to start the right way!

Online learning: where to start?

In the last 30 years the world is changed as never before. Together with communication and daily tasks, digitalization strongly impacted on learning opportunities.

For people curious like me, online learning is simply amazing! Today resources are easily available and the exchange with other people can additional highlight knowledge acquired.

Thanks to the passion for the online learning I met Anja , fellow blogger with a strong expertises related to online learning. On her blog (HERE the link) Anja writes very interesting articles about alternative study possibilities available in internet and related self development topics.

Anja is not only very professional but also a very nice person. If you want know more about only learning, online courses you should definitely check her blog! In this interview Anja introduces her self and explain her journey towards online study. Be inspired by her experience! 🙂

Have you questions? You not hesitate to contact Anja: byproducteducation@gmail.com

Have you more questions? Consider to follow metodiestrategie on Facebook! (HERE) and the blog of Anja (HERE) so that you can find easily new tips related to this topic! 🙂

See you soon!

Maria

Categorie
Digitale Lavoro Organizzazione

Come organizzare un meeting online di successo

Devi organizzare una riunione online ma non sai da dove cominciare? A cosa bisogna fare attenzione? In questo post ti darò le informazioni essenziali che ti occorrono per organizzare un meeting online di successo.

Meeting online: una nuova realtà

È già passato quasi un anno da quando il coronvirus ci ha fatto capire che la nostra realtà può cambiare da un momento all’altro. Abbiamo dovuto cambiare la nostra quotidianità e aprire ulteriormente le porte al processo di digitalizzazione nelle scuole (attraverso la DAD) e negli ambienti lavorativi tramite il lavoro in remoto. Le riunioni online sono le protagoniste indiscusse di questa nuova modalità comunicativa. Che sia per motivi privati o professionali, infatti, il meeting virtuale è spesso considerato lo strumento “ponte”, necessario per la risoluzione di qualsiasi problema. Ma cosa abbiamo imparato dopo un anno? Sappiamo davvero partecipare e organizzare una riunione online?

La realtà è che il mondo virtuale è molto complicato e non di rado capita di sentirsi persi. Come mantenere viva l’attenzione dei partecipanti? Devo invitare tutti in una riunione di lunga durata? Oppure mi conviene “frammentare” i concetti in più riunioni di breve durata? Queste sono alcune delle domande che spesso balzano nella testa di chi deve organizzare un incontro online.

Partire con il piede giusto è la chiave del successo! Ecco i punti fondamentali a cui bisogna fare attenzione.

1) Mondo virtuale e mondo reale sono differenti

Tutti sappiamo che essere seduti di fronte ad un computer non è paragonabile al clima da ufficio. Tuttavia, quando ci si ritrova ad affrontare delle problematiche, ci si aspetta di dover (e poter) interagire con gli altri esattamente con le stesse tempistiche e modalità. Aspettarsi e cercare di ottenere lo stesso tipo di interazione con le persone che si conoscono è un errore molto comune.

Hai difficoltà ad interagire con i collegi da quando sei in smartworking? Oppure non riesci a coinvolgere il tuo team cosi come vorresti? Azzera tutto! Lavorare in remoto NON significa trasferire abitudini lavorative del mondo reale in quello virtuale.

Il lavoro in remoto continua ad essere per molti un nuovo mondo, con cui bisogna imparare a famigliarizzare. La gestione ed organizzazione dei meeting online sono una diretta conseguenza della capacità di attuare strategie nuove e adattabili unicamente nella sfera virtuale.

2) Riunioni online: sono sempre necessarie?

I meeting online sopperiscono all’impossibilità di spostamento. Indipendentemente dalla pandemia che ci ha colpiti, infatti, il digitale ha facilitato le collaborazioni a livello internazionale e abbattuto i costi per i viaggi. Considerando ciò, molte realtà lavorative utilizzano il mezzo delle riunioni online senza pensarci due volte; in fin dei conti hanno un “costo minimo” pari all’ abbonamento del tool da utilizzare.

Ne siamo sicuri? Ci stiamo forse dimenticando qualcosa? Ebbene si, stiamo dimenticando di calcolare quanto ci costano le riunioni online in termini di tempo. Quante ore passiamo in media in riunioni nell’arco di un mese? Quante attività riusciamo a portare a termine? Quante invece sono ancora sulla scrivania in attesa di essere concluse?

Fai un rapido calcolo per valutare un corretto equilibrio fra ore impiegate in meeting vs le ore che hai bisogno per terminare i progetti ancora aperti.

In questi post (QUI) ti ho parlato di alcuni tool online da utilizzare per calcolare l’impatti economico delle riunioni.

3) Durata delle riunioni online

È ben noto che il livello di attenzione ha un lasso di tempo variabile nel corso della giornata; esso, inoltre, è fortemente influenzato dall’ambiente esterno e dal ritmo circadiano (QUI per approfondire). Ma come cambia il livello di attenzione in risposta all’utilizzo degli strumenti tecnologici? Sebbene dal punto di vista scientifico la domanda sia ancora senza risposta, è ragionevole considerare che ridurre al minimo il tempo delle riunioni (15-20 minuti al massimo) consente di ottenere un maggior focus dei partecipanti, in quanto:

  • Non c’ è tempo per le chiacchiere: in un tempo minimo vengono discusse solo ed esclusivamente informazioni importanti per il gruppo
  • C’è una ridotta possibilità di annoiarsi: un meeting corto per essere funzionale deve essere ben strutturato

4) Chi far partecipare ai meeting?

Valutare attentamente chi far partecipare in un meeting è essenziale. Non sempre, infatti, quantità corrisponde a qualità, soprattutto nel mondo virtuale. Invita soltanto le persone che possono dare un contributo oggettivo e di valore all’ argomento che verrà affrontato.

Per tutti coloro che hanno la funzione da “ascoltatore”, cioè per tutti coloro che non sono direttamente coinvolti ma devono semplicemente essere informati, riassumi i punti essenziali tramite email.

In questo modo:

  • Le persone partecipanti alla riunione sono attivamente coinvolte e tenderanno a distrarsi di meno
  • L’ email informativa si trasforma in un vero e proprio verbale da cui partire per il meeting successivo.

5) Delinea e condividi un processo chiaro e definito

Arrivati a questo punto definisci un processo chiaro e definito che di mantenere il controllo della situazione durante l’incontro.

Definire un “processo di riunione” può essere per molti un concetto nuovo. Con processo di riunione si intendono, infatti, gli steps che delineano le modalità di interazione delle persone e che completa la classica agenda.

Ecco i punti da prendere in considerazione per definire un processo di riunione:

  • Quanto tempo ha a disposizione ogni partecipante per esprimere le proprie idee?
  • Quando è possibile intervenire? Sempre? O esclusivamente nel passaggio fra un argomento e un altro?
  • Definizione di regole tecniche: videocamera accesa o spenta?
  • È possibile utilizzare la chat di gruppo durante il meeting?

Questi sono solo alcuni degli aspetti che potresti proporre al tuo gruppo di lavoro.

Cosa aspetti? Trasforma le tue riunioni in un momento di scambio piacevole e di valore! 🙂

Riunioni online: idee e strategie da condividere

Ho avuto il piacere di approfondire la tematica delle riunione online insieme a Cristina Volpi e Paola Uslenghi del magazine di coaching online Coachingzone.

In particolare, abbiamo organizzato 2 puntate in cui ci siamo focalizzate su due aspetti diversi:

  1. Partecipare alle riunioni online: in cui abbiamo analizzato le diverse modalità di interazione virtuale durante i meeting. Come cambia il livello di comunicazione? Quanto influiscono i dettagli (come l’uso del. background) nelle relazioni interpersonali con i colleghi? QUI il link

2. Organizzare riunioni online: metodi e strategie per mantenere in piedi obiettivi e relazioni QUI il link per approfondire

Hai domande? Quali sono gli aspetti positivi e negativi delle riunioni online? Condividi con noi le tue idee! Scrivimi a info@metodiestrategie.com

Alla prossima!

Maria

Categorie
Digitale EmergenzaTesi Lavoro Organizzazione Podcast Studio Università

Come organizzare i file digitali

Hai il computer pieno di file e non sai come organizzare al meglio la tua documentazione digitale? Sei nel posto giusto! In questo post ti darò i consigli che ti servono per organizzare in modo efficace i tuoi file digitali. Ottimi consigli per migliorare l’efficacia nei Teams!

Perché organizzare i file digitali

L´ambiente che ci circonda influenza inequivocabilmente la capacità di concentrazione. Un ambiente disordinato è molto spesso lo specchio di una mente disordinata. Lavorare in un luogo ordinato permette di massimizzare l´efficienze e di evitare inutili fonti di distrazioni.

Molto spesso questo discorso viene applicato unicamente ai luoghi fisici. La scrivania, l’armadio, la libreria…peccato che la maggior parte degli strumenti che utilizziamo per il lavoro e lo studio siano in formato digitale, quindi unicamente fruibili tramite il computer.

Le cartelle e il desktop del computer sono spesso piene di documenti che non ricordiamo neanche di avere; lavoro da remoto e didattica a distanza hanno ulteriormente aumentato la mole di materiale digitale.

I documenti digitali non si possono toccare, non hanno uno spazio fisico ma hanno un peso rilevante sulla nostra mente. Quante volte hai pensato: “In quale cartella ho salvato l’ultima versione del…” oppure “Dove è andata a finire la cartella con tutti i documenti”? o peggio ancora “Avevo salvato tutto sul desktop…ma perché non trovo mai nulla?”.

In questo post andremo nel dettaglio e ti darò consigli utili e pratici per l´organizzazione dei file digitali ed essere più efficiente.

Incominciamo! 🙂

1_Desktop organizzato

Cosa fai normalmente quando devi fare pulizia in una stanza? Come prima cosa ti liberi di tutto ciò che non ti occorre e crei spazio. Fai la stessa cosa con il desktop.

Come primo step crea una cartella “Desktop” e inserisci all’interno tutto ciò che è sparso qua e là sullo schermo. Non pensare a ciò che ti serve o no! Un semplice drag and drop!

Usa il desktop come “lavagna virtuale”

Adesso che hai liberato il tuo desktop , il tuo compito sarà quello di mantenerlo tale! Hai mai pensato di utilizzare il desktop come una lavagna virtuale?

Ebbene si, con un po di fantasia puoi trasformare il desktop in una lavagna su cui muovere dei post it. Basta creare con uno sfondo congeniale alle tue esigenze e che ti aiuti a mantenere i tuoi documenti in modo ordinato.

Eccoti, ad esmpio, lo sfondo che ho creato per il mio desktop:

I blocchi “To Do” e “Info” sono a loro volta divisi in 2 parti. La sezione più piccola è dedicata ai collegamenti delle cartelle, quella più larga ai file che saranno inseriti all’interno delle cartelle presenti sul desktop.

Le sezioni contengono, quindi, documenti che devono essere liberati in un arco definito di tempo. Oltre ai file è molto utile utilizzare le note memo, (veri e propri post it virtuali) da spostare facilmente da una parte all’altra della lavagna virtuale una volta completato il task a cui si riferiscono.

2_Un posto per ogni cosa, ogni cosa a suo posto

Sai cosa devi fare ogni giorno, quali sono i tuoi compiti lavorativi, le lezioni che devi seguire. Suddividi le tue mansioni in macroargomenti e assegna loro una cartella.

Es. Sei uno studente universitario? Parti con la creazione della cartella “Università”; sei un giovane imprenditore? Crea la cartella “Progetti”. L’idea di base è quella di costruire un sistema “ad albero” che parte da una punta e che si dirama sempre di più secondo un criterio logico. Ogni diramazione corrisponde ad una sottocartella.

Ecco un modello da cui prendere ispirazione:

3_Assegnazione dei nomi

Ogni file deve avere un nome specifico. Immagina di assegnare un nome comprensibile non solo a te ma anche ad altre persone. Un errore comune, infatti, è quello di creare un nome che non sia coerente con il contenuto del file. “Tanto me ne ricordo” è quel meccanismo mentale che induce all’errore.

La verità è che dietro alla svogliatezze che accomuna un po’ tutti, rimane la questione: come nominare un file digitale?

Il “trucco” ( se così lo vogliamo definire) sta nella creazione di un modello di riferimento, definire cioè quali sono gli elementi che andranno a comporre il titolo da assegnare ad ogni singolo file.

Eccone un esempio:

Il modello che vedi schematizzato nell’immagine è costituito da 3 elementi principali ognuno corrispondente ad una precisa informazione. Partendo dalla data il computer ordinerà i file in modo automatico e ti sarà quindi molto facile ritrovare il tuo documento. Ovviamente questo modello funziona solo se scrivi la data partendo dall’anno e non dal giorno!

Quando funziona questo modello

Ovviamente ognuno di noi ha il proprio modo di organizzare i propri pensieri, quindi l’esempio che ti ho descritto è solo uno spunto da cui partire per realizzare il TUO modello.

L’utilizzo delle date é, tuttavia, molto comune ed utilizzandolo da tanti anni ti posso dire che funzione molto bene quando hai tanti file appartenenti alla stessa categoria e a cui devi appartare poco o nulle modifiche: dati sperimentali grezzi, immagini, verbali delle riunioni.

Evita invece di scrivere la data nel caso tu stia lavorando alle diverse versioni di uno stesso file.

4_File da archiviare vs file da modificare

Fai una netta distinzione fra i file che devi archiviare da quelli che devi utilizzare. Così come accade per una libreria fisica, sposta “fuori dalla tua vista” tutti i file e i documenti che non ti servono nel breve arco di tempo.

Crea una cartella “File da archiviare”, un bel drag and drop di tutti i documenti inutili e via!

5-Migrazione file digitali su una applicazione

Hai mai pensato di lavorare utilizzando un’unica applicazione invece di creare singoli file?? Facendo un parallelo con il mondo “cartaceo” significa semplicemente lavorare su un unico quaderno invece di lavorare su fogli sparsi qua e là :-).

Oggi per fortuna ci sono tantissimi tool digitali (gratuiti!!!) che ti possono aiutare! QUI un blog post in cui ti ho approfondito l’argomento.

Se sei uno studente universitario e hai bisognio di un confronto più diretto, guarda l´ultima intervista chiacchierata fatta con Melinda Fiorino del blog Il quadernino! 🙂 Melinda è una giovane freelance e studente universitaria che come te, sta seguendo l´Università interamente da remoto (QUI un articolo in cui ci parla della sua esperienza).

Insieme a Melinda abbiamo ideato un piccolo format chiamato “Pillole di studio”; piccoli video di 10 minuti in cui ci siamo confrontate su tematiche legate allo studio online. In questa prima puntata abbiamo ulteriormente approfondito la tematica dell´organizzazione dei file digitali.

Qui il video: https://fb.watch/2EijgqHmot/

Non hai tempo di vedere il video? Ascolta la nostra chiacchierata in versione podcast!

Cerca lo show di metodiestrategie su Spotify e Itunes!

Bene, per ora è tutto.

Alla prossima!

Maria