Hai appena finito l’università e stai affrontando la tua prima esperienza lavorativa? Sicuramente avrai già realizzato che la vita lavorativa non ha nulla a che fare con le nozioni teoriche che hai imparato in questi anni. Al di là delle conoscenze teoriche, infatti, sono necessarie altre competenze che possono essere acquisite solo con il tempo.
L’esperienza è spesso la chiave di tutto, soprattutto in campo manageriale, ma è anche vero che da qualche parte bisogna pur iniziare 🙂 Se anche tu hai appena fatto il salto università-lavoro e sei alla tua prima esperinza manageriale, seguimi! In questo articolo troverai dei validi consigli che ti aiuteranno ad incominciare al meglio questa fantastica avventura!
Il ruolo del manager e l’insegnamento di Bill Gates
Ma partiamo dalle basi: la parola inglese “management” corrisponde al termine “gestione” e conduce, di per sè, a qualcosa di molto generico e non riconducibile ad una specifica formazione universitaria.
Cosa fa, quindi, un manager? Il manager è una figura che contribuisce all’ efficienza organizzativa di istituzioni pubbliche e private. Il suo ruolo è quello di promuovere la realizzazione di un progetto e di dirigerne le diverse fasi supportando direttamente o indirettamente il lavoro dei suoi collaboratori.
Ogni carriera si sà, ha una storia a sè e considerando i compiti di un manager, appare chiaro che poco importa quale tipo di studi tu abba fatto.
Proprio l’altro giorno ho letto una famosa frase di Bill Gates “Ho fallito diversi esami all’università…un mio amico li ha sempre passati tutti al primo colpo. Ora lui è ingegnere alla Microsoft, ed io, sono il capo della Microsoft”
L’ aneddoto di Bill Gates mi ha fatto riflettere su quanta verità ci sia dietro la sua storia. Capita molto spesso, infatti, che ad una brillante carriera universitaria non corrisponda un’ altrettanta brillante carriera professionale. Ma come mai? Forse poca dedizione al lavoro? Poca volontà? Difficile credere a tutto ciò perchè chi ha incorniciato il suo capo con una corona dall’ alloro ha ben imparato che per ottenere qualcosa nella vita bisogna “sudare”.
La verità è che molti neo-laurati rimangono per molto tempo “intrappolati” nel loro nozionismo universitario. Le conoscenze che hai acquisito con lo studio sono degli strumenti di pensiero importantissimi ma non possono definire chi TU sei e COME andrai ad utilizzarli.
Bill Gates e le storie di altri imprenditori di successo come Jack Ma, ci insegnano che per avere successo è necessario saper cambiare il proprio modo di pensare oltre ad avere:
- spirito di intraprendenza
- straordinarie capacità comunicative
E tu? Hai queste caratteristiche? Come potresti migliorarle? Sei pronto a cambiare te stesso e il tuo approccio alle cose?
Non possiamo diventare ciò che dobbiamo essere rimanendo ciò che siamo
Dalla teoria alla pratica
Passiamo a questo punto dalla teoria alla pratica. Sei pronto/a a metterti in gioco, e a viverti nel migliore dei modi la tua prima esperienza da manager. Da dove iniziare? Cosa devi fare? Analizziamo i 6 passaggi-chiave da adottare fin dai primi giorni di lavoro.
1) Chi fa cosa? Chi è responsabile di cosa?
E essenziale conoscere fin da subito le persone coninvolte nel progetto. La cosa potrebbe essere più facile a dirsi (anzi, a scriversi ;-)) che a farsi; infatti spesso nei grandi progetti internaziali la via prevalente di comunicazione sono le email e le videoconferenze. In queste cirocostanze avere un “quadro generale” potrebbe essere molto complicato.
Cosa fare quindi? Fai tu il primo passo! Incomincia con il presentarti mandando una piccola email di saluto a tutti i tuoi “colleghi virtuali” specificando loro chi sei e qual’è il tuo ruolo nel progetto. Magari aggiungi una tua foto in modo che le persone possano dare un volto al tuo nome. Ti assicuro che questo tipo di attaggiamento sarà molto apprezzato e con molta probabilità contraccambianto.
Se ciò non accade la fomula magica è…..chiedere! 🙂 Al di là dei singoli progetti ricorda inoltre che ogni azienda ha un organizzazione ben precisa. Consulta quindi l’ organigramma aziendale (organizational chart) e tienilo sempre in considerazione.
2) Definisci i tuoi obiettivi
Cosa ti ha spinto ad accettare e volere il tuo posto di lavoro? A cosa aspiri? Poniti sempre degli obiettivi concreti e cerca di contestualizzarli il più possibile. La scalata è strettamente legata alla tua capacità di vendere soluzioni e/o prospettive di cui più necessita in quel momento la tua azienda.
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3) Comunica le tue strategie e prospettive
Comunica le tue idee e condividele con gli altri; ricordati sempre che potresti avere l’ idea del secolo…..ma se questa non è supportata e condivisa con il tuo team working sarà difficilmente concretizzabile. Focalizza la tua attenzione su qualsiasi metodo di comunicazione (workshops, presentazioni, seminari) che promuova lo sviluppo dell’idea che hai o vuoi proporre.
4) Considera il problema dell’hand over
Ti potrà capitare di essere coinvolto in un progetto già avviato. Considera a questo punto il possibile problema dell’ handover e della resistenza al cambiamento.
C’ è poco da fare: al di là di tutte le strategie e degli schemi possibili e immaginabili, ogniuno di noi ha un unico modo di proporre e concretizzare idee e soluzioni semplicemente perchè ogniuno di noi è unico. Mantieni sempre la consapevolezza di ciò, perchè sarà la chiave di volta che ti servirà per fare carriera.
La bellezza della tua singolarità potrebbe non essere accolta come dovrebbe. Nulla di personale in tutto ciò. Devi tenere infatti in considerazione che le persone che lavorano da più tempo di te al progetto potrebbero avere accumulato stress e frustazioni.
Non ha importanza quanto tu sia qualificato, quanta esperienza lavorativa tu abbia e soprattutto quale tipo di ruolo tu andrai a svolgere. Un nuovo inserimento è spesso associato ad una sorte di rallentamento, ad un cambiamento che molto probabilmente non era stato calcolato. Ciò crea instabilità nel gruppo di lavoro. Più tu sarai in grado di far percepire il cambiamento come un fattore positivo per il progetto, più il tuo lavoro sarà valorizzato.
5) Comunicazione si…ma per iscritto
Carta canta e villan dorme”. Quante volte hai sentito questo frase? Bene è il caso di metterla in pratica. Al di là della fiducia, delle tranquille chiacchierate e delle decisioni comunicate al telefono, fai sempre in modo di produrre una documentazione scritta.
Mettere nero su bianco aiuta a identificare in modo chiaro e trasparente a quale fase del progetto si sta lavorando e a ottimizzare i passaggi fra uno step ed un altro. Le linee guida del progetto, in quella che è la sua struttura base, vengono finalizzare durante meeting ufficiali. Fai in modo di avere sempre a portata di mano il verbale dell’ ultima riunione (il meeting minutes) e di adattare coerentemente le tue priorità e scelte. Ho parlato in modo più approfondito del meeting minutes in questo articolo. Se sei alle prime armi e non sai come scriverne uno in modo efficace, ti consiglio di leggerlo.
6) Mira ai risultati
Il lavoro è lavoro. Non voglio essere troppo “teutonica” in questo, ma deve esserti chiaro fin dall’ inizio che non importa quanto tempo e con quanta passione ti dedichi al lavoro. Al tuo capo/i interessa solo se raggiungi i risultati che si aspetta/no da te e nei tempi prestabiliti.
Se stai al passo, hai fatto bene il tuo lavoro, se non lo sei stato il tuo lavoro non è stato svolto adeguadatamente. Fine della storia. La tua passione, la tua dedizione e soprattutto quanto di te vuoi investire sono valori esclusivamente tuoi. Viviteli perchè belli e gratificanti per te stesso. Cosciente di ciò, prenditi la libertà di decidere se rimetterli al giudizio altrui o no.
Spero questo articolo ti abbia dato dei nuovi punti di riflessione. Hai domande su questo argomento? Vorresti altri articoli riguardanti il tema del management? Scrivimi all’ inidirizzo email metodiestrategie@gmail.com, oppure mandami un messaggio tramite la mia pagina facebook!
A presto,
Maria
Una risposta su “Prima esperienza da Manager”
[…] Un’altra cosa molto importante da fare è cercare di sapere in anticipo se ci saranno degli assenti. Certo non siamo a scuola, ma potrebbe essere necessario tenere al corrente anche gli assenti delle decisioni prese durante la riunione. Tutto dipende molto dal ruolo dei possibili assenti nel progetto e dalla generale organizzazione dell’azienda. […]